Media Tycoon e social network: un rapporto difficile

Gen 8, 2012 2 Comments in Digital marketing, News by

Oggi una delle maggiori sfide che abbiamo noi comunicatori è senza dubbio quella di far comprendere agli imprenditori l’utilizzo corretto dei nuovi Social Media e come integrarli nella strategia di comunicazione.

Anche in questo blog abbiamo condiviso come una delle difficoltà principali sia l’ostacolo culturale di adattare le modalità di comunicazione al media e non utilizzare tutto come un semplice megafono o una versione rivista della propria pubblicità.

Certo, ci diciamo, in Italia siamo indietro e l’imprenditore medio italiano è generalmente ancorato a schemi tradizionali di comunicazione. Sicuramente all’estero fanno meglio. E chi, meglio di tutti, può incarnare lo spirito della nuova comunicazione se non i big boss delle società che si occupano di comunicazione?

Beh, brutta sorpresa. Il Re è nudo, come recitava la favola. Lo svela Business Insider che ha intervistato alcuni dei tycoon alla testa delle media company riguardo al loro utilizzo di Twitter.

Nonostante le varie Primavere arabe abbiano volato sulle ali dei Social Network, e di Twitter in particolare, dalle interviste emerge come molti di loro non abbiano ancora compreso come Twitter sia in realtà una nuova piattaforma media e un modo rivoluzionario di distribuire contenuti.

Nell’intervista, Maurice Levy, a capo di Publicis, dichiara: “Odio l’idea di dovere condividere cose che non sono da condividere o che sono superficiali …” e dopo avere affermato di non utilizzare Twitter chiosa dicendo di capire “come si lavano i piatti anche se normalmente non lo fa”

Ma Levy è in buona compagnia. Ecco cosa hanno dichiarato alla rivista altri amministratori delegati:

Arnoud Nourry, Hachette: “Credo che comunicare con solo testo sia un modo molto limitato di esprimersi. Non è il mio stile”

Martin Sorrell, WPP: “Ho già abbastanza da fare a rispondere alle email. Ho 66 anni e sono quasi pronto per essere trasformato in colla”

Stupisce vedere come chi dovrebbe cibarsi quotidianamente di media e di comunicazione  ritenga che Twitter sia solo una stringa di 140 caratteri di testo con cui far sapere al mondo con chi hai cenato e non, piuttosto, un modo di umanizzare la comunicazione, rendendola più personale e una piattaforma per scambiare contenuti: foto, video, articoli, e quanto altro possa essere linkato.

In questo, molte celebrity, soprattutto americane, hanno superato i tycoon, usando quotidianamente twitter per mantenere un dialogo diretto e aperto con i propri fan.

Quindi? Consoliamoci. In fondo noi italiani non siamo poi così indietro e il nostro imprenditore medio può vantare una cultura digitale almeno pari a quella di chi, sul digitale, sta scommettendo la propria sopravvivenza.

Alessandro Santambrogio – Liquid

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